Parrocchia, fontana del villaggio

Parrocchia Missionaria

Scendiamo in strada per annunciare il Regno


Una parrocchia che sente come primo compito di essere non “una fortezza”, ma “la fontana del villaggio” (Giovanni XXIII) sa di aver ricevuto da Gesù la vocazione (il comando) di fare miracoli di amore!

Mandando i suoi in missione, Cristo ha chiesto loro di prolungare la sua azione a favore degli uomini; anche oggi obiettivo, ragione e forza della nostra missione non è la prestazione di servizi sociali specializzati, ma l’annuncio del Regno di Dio che in Gesù irrompe come l’alba di un giorno nuovo nel mondo. 

Lui non mirava alla supremazia territoriale, ma alla signoria dei cuori, alla relazione che Dio Padre desidera avere con tutti i suoi figli, procurando loro una “vita felice” attraverso la liberazione da ogni male che inquina l’esistenza. 

Quello che viene già concesso di godere in terra, da una parte è prova della serietà di Dio e già anticipa in un certo modo la salvezza definitiva oltre il tempo. Gesù manifesta il suo amore che libera e salva compiendo prodigi d’amore nella vita di ciascuno, incrociando e vincendo il malessere presente in una vita ferita nell’anima e nel corpo: l’infermità, che è paralisi, rattrappimento del fisico e dello spirito, che Gesù guarisce restituendo il “soffio” iniziale di Dio; la morte, o perdita radicale di sé, che Gesù supera sconfiggendo le pretese del peccato, il cui salario è la morte; la lebbra, tipico segno della marginalizzazione e del disprezzo sociale, che Gesù supera toccando la persona, cioè andando dal- la sua parte, e riinserendola nella società; i demoni, il vero avversario di Dio e dell’uomo, che Gesù supera in un duello decisivo, vinto definitivamente con la sua risurrezione. In quanto testimone di Cristo, ciò che il missionario compie non può essere che prolungamento del dono che il Padre ci ha fatto in Gesù: lui solo ha pagato per tutti!

Scendiamo in strada per annunciare il Regno e dare segni che rivelano all’uomo l’amore incontenibile del Padre. Il territorio della parrocchia è un “pezzo di Palestina” dove ancora oggi Gesù passa - per mezzo di noi - “facendo del bene a tutti e risanando ogni forma di oppressione e di infermità”, siano mali dell’anima o del corpo, nelle relazioni sociali o in situazioni precarie di vita.

Prima però è bene stare cuore a cuore con Dio: la pausa contemplativa preceda sempre l’intervento diretto, perché questo sia corretto, come l’atleta si esercita profondamente nel respiro prima di entrare in pista per la corsa… 

Ascoltando la parola di Gesù, entriamo nel suo cuore, ne condividiamo le intenzioni e ne ricaviamo l’energia.
 

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